1. Buongiorno Presidente Lazzari e grazie per la sua disponibilità a confrontarsi con l’associazione linea-menti di cui è membro onorario. Quali sono stati e saranno gli obiettivi centrali del suo lavoro al CNOP per tutelare la professione di psicologo?
Sia nel programma di mandato che nella ultima newsletter CNOP di fine anno sono riassunti i temi e gli obiettivi di lavoro. Rimando quindi a questi documenti. I temi sono molti perché i campi di attività della professione psicologica sono diversi e articolati. Sinteticamente abbiamo bisogno di un adeguamento dei canali formativi, di una messa a sistema della psicologia nei contesti pubblici, come la sanità, la scuola e i servizi del welfare. Un lavoro di potenziamento della presenza nel mondo del lavoro e nei campi dove il sapere psicologico diviene importante per le persone e i sistemi collettivi. Possiamo rappresentare una risposta importante alle esigenze del presente e del futuro e dobbiamo cogliere questa sfida.

2. Secondo il suo parere, a seguito dell’emergenza Covid-19, è cambiata la percezione che si ha dello psicologo da parte di istituzioni, colleghi delle professioni sanitarie (medici in primis) e popolazione?
Siamo riusciti a fare capire che molte delle cose di cui si parla hanno nella Psicologia e negli Psicologi il primo e più importante interlocutore. La pandemia è anche “psicopandemia” nei media e nel sentire comune. Con le altre professioni c’è una importante collaborazione anche se la strada da fare è ancora molta. Il terreno più delicato è con le Istituzioni, dove prevale ancora una idea di salute solo biologica e si fatica a capire come la Psicologia possa essere declinata in interventi diffusi nelle comunità. Anche qui però ci sono delle aperture che vanno colte e valorizzate.

3. Quali prevede saranno i futuri campi operativi per la psicologia, o in quali i colleghi dovrebbero essere più presenti?
Credo che bisogna sviluppare attenzione alle evidenze di efficacia degli interventi in tutti i campi, sapere cosa funziona e come. Questa competenza e la conoscenza degli scenari è fondamentale per muoversi. Ritengo che le attività di comunità, quelle nella scuola e nel lavoro avranno notevoli sviluppi. L’ottica della promozione dovrebbe essere privilegiata, lo psicologo nei diversi contesti è un facilitatore delle situazioni e delle soluzioni, di nuovi equilibri. In questo mondo complesso non servono banalizzazioni o ricette uguali per tutti ma dei “facilitatori” che aiutino le persone ad orientarsi.

Associazione linea-menti